«I mercenari di ISIS-K: pericolosi perché non possiedono un’identità, né religiosa né patriottica.» (@la prealpina)

INTERVISTA A FARHAD BITANI, EX CAPITANO DELL’ESERCITO AFGHANO E SCRITTORE CHE DA ANNI COMBATTE CONTRO IL FONDAMENTALISMO ISLAMICO

In questi giorni si è parlato molto di ISIS- Khorasan, il gruppo che avrebbe organizzato l’attentato a Mosca. Abbiamo chiesto a Farhad Bitani, ex capitano dell’esercito afghano, scrittore che da anni combatte contro il fondamentalismo islamico e sostiene il dialogo per la pace, di spiegarci qualcosa in più di questo gruppo terroristico che minaccia anche l’Europa e che, dopo l’attacco alla capitale russa, ha spinto anche l’Italia a stringere le misure di sicurezza nei luoghi considerati più a rischio, tra cui anche l’Aeroporto di Malpensa.

“Negli ultimi anni, in Medio Oriente, abbiamo visto cambiare le dinamiche di potere tra gruppi e organizzazioni terroristiche.” spiega Bitani “Dopo la perdita di valore del mujaheddin, figura che ha fatto la storia contro i russi, abbiamo visto l’era d’oro di Al-Qaida e successivamente la sua graduale discesa a seguito dalla morte di Bin Laden. ISIS e ISIS-K sono gruppi terroristici che non hanno nessun legame diretto con il mondo afghano, ma a seguito della ritirata USA la loro presenza nel paese è aumentata. Sappiamo che tra gli obiettivi principali di ISIS-K ci sono gli sciiti. Il nome Khorasan deriva dall’antica e storica zona dell’Asia che oggi, geograficamente, comprende parte dell’Iran, i territori dell’Afghanistan, del Tajikistan, del Turkmenistan e dell’Uzbekistan.

Questo gruppo vorrebbe idealmente tornare a quella mappa creando un unico Stato Islamico ed è composto da tanti gruppi di fondamentalisti diversi, provenienti da diverse zone del mondo. Per lo più sono mercenari, evasi ricercati, ex combattenti dei territori Khorasan che vengono reclutati anche dai servizi segreti di vari paesi per i propri interessi.” Bitani ci spiega che questo gruppo, per diversi motivi, è più pericoloso dei talebani e che con il governo non ha nessun rapporto, sebbene alcuni afghani che non accettano i talebani ne facciano parte, per lo più per denaro e sotto lavaggio del cervello.

“I talebani sono fondamentalisti ma sono interessati unicamente all’Afghanistan. Tutto quello che è fuori non gli interessa. Sono un gruppo patriottico. E anche gli afghani, che con gli sciiti hanno legami molto stretti, subiscono altrettanti attentati e violenza da parte di ISIS-K. Lo stesso leader dei talebani, Hibatullah Akhundzada, non accetterebbe mai che nel suo paese comandi qualcuno che non sia afghano. ISIS-K si è avvicinato molto agli ex militari afghani scappati dall’Afghanistan dopo agosto 2021. Ma con i talebani questo legame non c’è: in questo momento la Russia e l’Afghanistan hanno rapporti diplomatici molto stretti, basti pensare che la Russia è l’unica ad accettare l’esistenza di un’Ambasciata talebana.”

Tornando all’attentato di Mosca, Bitani spiega che le dinamiche di organizzazione dell’attentato e la violenza usata nelle esecuzioni sono riconducibili al modo di operare di ISIS-K. “I terroristi di ISIS-K sono mercenari e in molti casi sono pagati dalle guerre fredde che ci sono in corso. Sono molto pericolosi perché non possiedono un’identità, né religiosa né patriottica. Sono solo criminali di guerra. In questo momento l’errore più grande sarebbe associare l’Islam a ISIS-K o a qualunque altro gruppo terroristico. Loro dell’Islam non sanno nulla e nulla gli importa: sono criminali, per la maggior parte wahabiti, che usano la religione come copertura per altro, ovvero essere al servizio di poteri più forti, proprio come Daesh.” Infatti, spiega Bitani, il fatto che i terroristi di Mosca non si siano uccisi dopo l’attentato, è indice di un modus operandi che è più vicino alla milizia Wagner che al concetto di colui che muore per Dio.

Roberta Colombo ( articolo de @La prealpina)

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